E baldoria è stata.
Finita la partita, è iniziata la vita. Libera uscita a tutta la squadra: che festeggiassero la Coppa come solo loro sanno e soprattutto possono fare. Regine di Praga per tutta la notte.
La Coppa portata a spasso in aeroporto fra gli sguardi incuriositi dei presenti. Quella orgogliosa sensazione di sapersi un po' speciali.
La Coppa al check in: possiamo portarla con noi sull'aereo? "Ma figuratevi, nessun problema. Succede spesso".
La Coppa sull'aereo, l'equipaggio, gli altri passeggeri, un genuino interesse. "Ma di dove siete? e cosa avete vinto? e che sport fate?". Il softball. "Ah, il softball!", e glielo leggi negli occhi che per proseguire la conversazione dovrebbero chiederti cosa diavolo è questo softball, e sanno che non si può.
La Coppa e la foto sulla scaletta dell'aereo. E' tutto il giorno che ci pensi, è tutta la vita che vorresti farla.
L'arrivo al Buscherini, il comitato di ricevimento con le famiglie, i tifosi, le "piccole" del settore giovanile. Supplemento di festa e bagno di spumante per tutti, senza fare prigionieri.
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domenica 25 agosto 2019
Sliding door
Forlì batte 4-2 il Terrasvogels in finale e vince l'edizione 2019 della Coppa Coppe.
E' stata una partita tremenda per i cuori dei tifosi, una montagna russa di emozioni; se Forlì poteva immaginare che non sarebbe stato tutto semplice come nelle giornate precedenti, di certo non poteva neanche pensare di essere messa sotto e di intravedere l'incubo della sconfitta. In ogni sport c'è spesso una palla o un'azione che cambia la partita; e nel softball, che è uno sport crudele, accade anche più spesso. A cambiare la partita (e la vita) di Forlì contro il Terrasvogels è stata non una palla né un'azione, ma una reazione.
Quinto inning, attacco olandese, due eliminati, Szalay sul cuscino di Prima, Nadine Marinus nel box di battuta. Un lancio di Pauly prende una traiettoria un po' troppo interna e colpisce qualcosa: secondo l'arbitro di casa, la palla ha toccato il manico della mazza, secondo il manager olandese ha colpito la sua giocatrice. L'arbitro resta fermo sulla propria decisione e chiama foul, e il manager a quel punto esce dai gangheri e contesta platealmente la chiamata. Troppo platealmente: in un nanosecondo viene espulso, volano gli stracci, e quando il gioco riprende è come se il Terrasvogels si fosse mentalmente scaricato assieme alle energie nervose del suo allenatore. Marinus va out in un paio di lanci, e c'è il cambio dell'attacco.
La sliding door della partita è qui.
Forlì è sotto 2-1, va nel box Elda Ghilardi e colpisce profondo a sinistra, l'esterno Starrenburg valuta male la traiettoria, poi trova la palla, poi la perde, ci si accartoccia sopra, Ghilardi nel frattempo vola verso il cuscino di Terza, l'interbase Clarijs la disturba con malizia, Ghilardi deve rallentare, Ghilardi è out. Anzi no: l'arbitro di Terza chiama interferenza, Ghilardi è salva, Ghilardi segna il pareggio su valida di Grifagno.
Lo stadio ormai è infiammato, Piancastelli stampa un doppio contro la recinzione e porta Grifagno in Terza. La base intenzionale a Gano riempie il diamante, e spetta a Beatrice Ricchi vestire i panni del risolutore, spedisce una rimbalzante a destra dove il guanto di Waasdorp non può arrivare, Grifagno e Piancastelli a casa, tabellone sul 4-2. Pandemonio.
Ma il Terrasvogels è pur sempre il Terrasvogels, apre il settimo inning con due valide in sequenza e porta i corridori in Terza e Seconda base, con un solo out: ma Sarah Pauly prima lascia al piatto Scheurkogel, e poi costringe Szalay a battere una palla alta verso l'esterno sinistro. Da bordo campo sembra la palla più difficile del mondo, Ilaria Cacciamani la fa sembrare una volata di routine.
E sul ventunesimo eliminato, può iniziare la baldoria per la sesta Coppa Coppe che entra nella bacheca forlivese.
E' stata una partita tremenda per i cuori dei tifosi, una montagna russa di emozioni; se Forlì poteva immaginare che non sarebbe stato tutto semplice come nelle giornate precedenti, di certo non poteva neanche pensare di essere messa sotto e di intravedere l'incubo della sconfitta. In ogni sport c'è spesso una palla o un'azione che cambia la partita; e nel softball, che è uno sport crudele, accade anche più spesso. A cambiare la partita (e la vita) di Forlì contro il Terrasvogels è stata non una palla né un'azione, ma una reazione.
Quinto inning, attacco olandese, due eliminati, Szalay sul cuscino di Prima, Nadine Marinus nel box di battuta. Un lancio di Pauly prende una traiettoria un po' troppo interna e colpisce qualcosa: secondo l'arbitro di casa, la palla ha toccato il manico della mazza, secondo il manager olandese ha colpito la sua giocatrice. L'arbitro resta fermo sulla propria decisione e chiama foul, e il manager a quel punto esce dai gangheri e contesta platealmente la chiamata. Troppo platealmente: in un nanosecondo viene espulso, volano gli stracci, e quando il gioco riprende è come se il Terrasvogels si fosse mentalmente scaricato assieme alle energie nervose del suo allenatore. Marinus va out in un paio di lanci, e c'è il cambio dell'attacco.
La sliding door della partita è qui.
Forlì è sotto 2-1, va nel box Elda Ghilardi e colpisce profondo a sinistra, l'esterno Starrenburg valuta male la traiettoria, poi trova la palla, poi la perde, ci si accartoccia sopra, Ghilardi nel frattempo vola verso il cuscino di Terza, l'interbase Clarijs la disturba con malizia, Ghilardi deve rallentare, Ghilardi è out. Anzi no: l'arbitro di Terza chiama interferenza, Ghilardi è salva, Ghilardi segna il pareggio su valida di Grifagno.
Lo stadio ormai è infiammato, Piancastelli stampa un doppio contro la recinzione e porta Grifagno in Terza. La base intenzionale a Gano riempie il diamante, e spetta a Beatrice Ricchi vestire i panni del risolutore, spedisce una rimbalzante a destra dove il guanto di Waasdorp non può arrivare, Grifagno e Piancastelli a casa, tabellone sul 4-2. Pandemonio.
Ma il Terrasvogels è pur sempre il Terrasvogels, apre il settimo inning con due valide in sequenza e porta i corridori in Terza e Seconda base, con un solo out: ma Sarah Pauly prima lascia al piatto Scheurkogel, e poi costringe Szalay a battere una palla alta verso l'esterno sinistro. Da bordo campo sembra la palla più difficile del mondo, Ilaria Cacciamani la fa sembrare una volata di routine.
E sul ventunesimo eliminato, può iniziare la baldoria per la sesta Coppa Coppe che entra nella bacheca forlivese.
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