Più di qualunque altro sport, softball e baseball si alimentano, respirano e vivono di statistiche. Nel dare un'occhiata a quelle messe assieme da Forlì nella vittoriosa Coppa delle Coppe, sia consentito partire da una citazione autoreferenziale.
«Se la difesa saprà contenere le spensieratezze nei limiti del fisiologico, è una squadra che può ben raggiungere il traguardo più lontano».
Dove con "limite fisiologico delle spensieratezze" si intende meno di una a partita; mettiamo pure 5 o 6 sui nove incontri previsti per arrivare in fondo al torneo. Spulciando i precedenti della stessa manifestazione, Forlì aveva vinto nel 2015 con 2 errori difensivi in sette partite, che era ed è una cifra eccezionale; nel successo del 2011 invece ne aveva fatti 8 in altrettanti match, che è un dato già più normale, così come lo sono gli 8 in nove partite del 2014 (terzo posto), mentre non lo sono più i 10 errori in nove partite del 2017 (e infatti la squadra arrivò quinta).
Per dare un ulteriore termine di paragone, anche le cifre di altri vincitori non sono dissimili: 11 errori per il Bollate 2018 (in 10 partite), 7 per l'Olympia Haarlem 2017.
E ora il rullo di tamburi: la Poderi dal Nespoli ha vinto la Coppa 2019 con zero errori difensivi. E ci si chiede anche dov'è la chiave di un successo.
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L'attacco forlivese ha dominato in lungo e in largo le categorie statistiche, quindi basterà qualche spizzico in qua e in là. Media battuta .376, media bombardieri .662; sono stati 71 i punti realizzati (quasi 8 a partita) con 79 valide (quasi nove a partita) di cui 10 fuoricampo (in media, più di uno a partita). Appena 25 i battitori rimasti al piatto. Sette su nove le partite vinte per "manifesta".
A livello individuale, Erika Piancastelli ha chiuso con .652 di media battuta; è la più alta tra i giocatori "qualificati", perché anche se Rendlova dello Joudrs ha fatto meglio (.714), la céca ha giocato metà delle volte e avuto una decina di turni di battuta in meno. Piancastelli ha condito la sua prestazione con 6 doppi e 5 fuoricampo, 20 punti battuti a casa (praticamente, con i corridori in base era una sentenza) e una media bombardieri di 1.565 che non ha bisogno di commenti.
Delle altre forlivesi, Beatrice Ricchi ha chiuso a .500 con 9 Rbi, ed è stato l'altro grande pilastro dell'attacco; le è mancata solo la soddisfazione personale di un home run. Di Lisa Maulden, ancora più del .474 di mb, conta il .769 di media arrivi in base come lead off, eccezionale, e lei la gioia di sbattere fuori la pallina se l'è anche tolta. Emily Vincent ha chiuso a .458 di media battuta e 1.000 di "bombardieri", grazie a due doppi, un triplo e tre fuoricampo, ha battuto 10 punti e ha perfino "rubato" due basi. Arrivata tardi, nelle cinque partite giocate Courtney Gano ha tenuto una media di .538, e il suo walk off home run contro le Eagles, appena scesa dall'aereo, è uno degli highlights della Coppa. Di Elisa Grifagno, più che il .333 comunque buono di media battuta, va sottolineato un solo strike out al passivo e un solo punto battuto a casa, ma il più importante, quello del pareggio 2-2 nella finale col Terrasvogels.
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Che dire della pedana di lancio? gli imbattuti pitchers forlivesi hanno avuto a loro volta numeri sbalorditivi. Zero i punti incassati da Pauly, uno da Vincent e due da Cacciamani, per un totale di tre punti subiti in tutto il torneo. Le tre si sono divise in maniera quasi geometrica le riprese lanciate: 16 a testa Cacciamani e Pauly, una in più Vincent.
Sarah Pauly, accreditata come lanciatore vincente in quattro partite, oltre all'ovvio 0.00 di pgl ha concesso una media battuta di .113 e messo al piatto 27 battitori; le stesse statistiche per Ilaria Cacciamani dicono 0.88 pgl, .115 di media battuta, 29 "k"; quanto a Emily Vincent, ha avuto 0.41 di pgl, .127 ai battitori avversari, e anche 21 strike out.