Puoi essere contento di un secondo posto, dopo aver accarezzato non una, non due: tre volte la vittoria?
Puoi.
Essere contenti non è accontentarsi. Le parole sono importanti. Essere contenti è sapere di aver fatto tutto, provato tutto, dato tutto; e se non è bastato, è perché hai giocato contro il più forte. Il più forte vince, tu hai reso la sconfitta meno amara, e hai anche reso la sua vittoria più bella, lo hai fatto felice, il tuo avversario, perché gli hai giocato contro senza timore e con la stessa voglia di vincere che aveva lui. E' quanto di più essenziale e leale può esserci in campo, è il sale della competizione sportiva.
Per come si sono sviluppate le cose, la Coppa Campioni 2022 sarebbe potuta diventare la coppa dei rimpianti. La ricorderemo invece come quella dell'orgoglio, della squadra "di razza". Forlì si era presentata con tutti i tasselli al posto giusto per confermarsi sul podio più alto. Ha perso per infortunio Azevedo, il suo giocatore chiave, già al primo giorno. E poi una settimana interminabile, punteggiata di malanni, incomprensioni, umori malumori e rumori. Forlì è arrivata lo stesso dove voleva arrivare. In campo ha perso, ma per tutto il resto ha vinto. Ha emozionato, che del resto è il fine ultimo: si gioca per un'emozione, per la propria e per quella di chi ti sta accanto.
Col tempo, questo argento verrà ricordato con il sorriso |
L'ultimo giorno è stato un lento sorseggiare questa emozione che la settimana aveva messo in distillazione. La mattina è trascorsa giocando la partita contro le Challengers Zurigo: più che un giocare, è stato un cercare di farla finita più in fretta possibile, senza prendere troppo caldo, senza spendere troppe energie, senza comunque mancare di rispetto alle elvetiche. La testa era già alla finale, alle cronache andrà un 6-4 affatto dimenticabile.
La finale però diventa un'altra cosa. Forlì segna subito al 1° inning, e per oltre un'ora tiene in scacco le formidabili olandesi, quelle che durante la fase preliminare avevano allegramente sgranocchiato avversari su avversari, compresa una Poderi dal Nespoli in giornata-no.
Ma la finale, appunto, è un'altra cosa. Se l'Olympia Haarlem pareggia, Forlì rimette subito la testa avanti. E' la settima ripresa, e anche le olandesi sono una squadra di razza: sono a un passo dalla sconfitta, segnano il 2-2.
Tie-break. Forlì fa ancora punto ma è stremata, e l'Arancia Meccanica le presenta il conto. Nel box di battuta tocca a Vonk e van Aalst, il peggio del peggio per chi le deve affrontare. L'Olympia vince 4-3 la sua prima finale di Coppa Campioni. Viva Forlì.