Finisce male la Première Cup per la Poderi dal Nespoli. Ledenice vince 4-3, e quindi viva Ledenice, viva Peckova che per il terzo anno di fila ha stregato le forlivesi, viva il softball. Zraloci va in finale con Bussolengo, Forlì si mette al collo il bronzo, il quarto consecutivo nel trofeo continentale più importante dopo quelli delle edizioni 2016, 2009 e 2008. L'ultima finale di Première giocata da Forlì è quella vinta nel 2007.
A rendere il boccone ancor più indigesto è lo svolgimento della partita. Per Forlì si era messa sui binari giusti: due punti rapidi in avvio contro una Peckova "fredda", poi 3-1, e poi resistenza a oltranza alle spallate delle Zraloci. La palla di Emily Vincent era veloce e abbastanza mossa (dodici i suoi strike out alla fine), la difesa teneva duro, la Poderi dal Nespoli rimaneva avanti 3-2 fino al ventesimo eliminato. E siccome il bello e il brutto della "palla soffice" è che la partita non è finita finché non fai il ventunesimo out, ecco il match capovolgersi in un battito d'ali. Un banale errore difensivo, il primo e unico delle forlivesi, non ha chiuso i conti, ha tenuto in vita Ledenice, ha lasciato salvi due corridori in base, e consentito all'americana Petmecky di andare al proprio turno di battuta. Doppio in mezzo agli esterni, entrambi i corridori a punto, Forlì annichilita.
Ledenice festeggia; Dopo aver lanciato tre partite in ventiquattr'ore (parliamo di oltre 250 lanci, minimo), Peckova non può che essere distrutta e le céche sono consapevoli di andare al macello contro Bussolengo; e tuttavia il loro argento è un successo. Certo, con la loro gestione della coppa possono solo puntare all'argento, ma coerentemente hanno una legittima ragione per festeggiare.
Forlì no. Troppo spesso ormai è rimasta dalla parte sbagliata della storia. Speravamo non dovesse succedere più. Almeno, non anche stavolta.
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