Ok, si scherza un po'.
A scanso di facili ironie, il softball svedese ha una tradizione europea lontana: già alla terza edizione della Coppa Campioni, 1980, era presente il Bagarmossen Stoccolma, e la Svezia è stata la prima nazione a partecipare alle coppe al di fuori della triade iniziale Italia - Olanda - Belgio.
Poi, per carità, una cosa è la tradizione e un'altra i successi, e la Svezia di successi è un po' che non ne raccoglie: risale all'edizione 1988 il bronzo del Leksand in Coppa Campioni, mentre ben più recente (2003) è l'argento del Nälsta Stoccolma in Coppa Coppe.
Come in molti altri campionati, anche in Svezia ci sono cicli vincenti della stessa squadra: prima era toccato all'Alby Stoccolma, poi al Leksand, ora è la volta dello Skøvde, otto titoli negli ultimi dieci anni: quest'anno la Elitserie svedese è guidata dal Leksand, ma i playoff rimetteranno tutto in discussione.
Le straniere delle Saints sono tutte e tre americane: il lanciatore Brooke Langeloh viene da Chico State, Div. II Ncaa, ed è anche quella con la miglior media battuta; l'interbase McEachern ha frequentato Dartmouth, nella Ivy League (la lega dei "secchioni", dove giocano Princeton, Yale, Harvard. Per capirci), ed è la giocatrice in grado di tirare la legnata, infatti è stata l'unica a realizzare un fuoricampo assieme ad Andrea Montanari e alla tedesca Kollner. La terza americana è il catcher Sawyer Fried, in prestito dall'altro team svedese Karlslund. La Prima Base mancina Lina Larsson è un'altra giocatrice con buone medie, in Svezia.
L'altro lanciatore nella rotazione dello Skøvde è la viennese Martina Lackner, che ha giocato in Austria, Repubblica Céca, Olanda, ma soprattutto a Ronchi in A2, lasciando bei ricordi.
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