La Federazione continentale della "palla soffice" ha accolto nella maniera più ampia possibile le direttive della Unione Europea sulla libera circolazione degli atleti comunitari. Le squadre che partecipano alle coppe possono inserire nel roster un massimo di tre giocatrici di passaporto non comunitario: il resto è libertà totale.
Non che nelle edizioni passate non vi si facesse ricorso, anzi: valgano per tutto gli esempi di Dornbirn e soprattutto del Mediterraneo Malta. Se ne è scritto appena dodici mesi fa.
Tuttavia, quest'anno le percentuali sono salite parecchio. In concreto: oltre a quelle di Olympia e Terrasvogels, ci saranno altre diciassette giocatrici olandesi nei roster delle partecipanti alle due coppe; così come ci saranno altre sette céche oltre a quelle di Ledenice, Joudrs e Sokol; e altre quattro italiane oltre alle giocatrici di Forlì, Bussolengo e Bollate.
I nomi di maggior spicco sono probabilmente in Coppa Coppe: Evry ha aggiunto alla rosa Merkx e Verdaasdonk, due giocatrici del Roef! che ha vinto la regular season olandese; il Rivas Madrid si è assicurata le prestazioni del trio Sparks formato da DeWeert, Van Gurp e Sprengers; e il Terrasvogels non si è fatto scrupolo di chiamare Marinus, Osterveld e Smit dalle rivali del Tex Town Enschede, né il Sokol di farsi prestare la nazionale Blàhovà dal Tempo Praga. E c'è tanto Sparks e tanto Tex Town anche in Première Cup.
Discorso a parte per le inglesi (leggasi: americane di passaporto britannico). Hanno un campionato un po' strano e comunque non paragonabile a quelli più importanti, per cui è normale vederle giocare nelle altre squadre europee. Quest'anno sono tutte in Coppa Campioni: quattro le ha l'Olympia Haarlem, due Bussolengo, una le francesi di Tolone, con le quali gioca anche l'azzurra Giulia Longhi.
La pacchia sta per finire: quest'anno la ESF ha congelato gli effetti della Brexit e le britanniche sono ancora considerate comunitarie, sia pur in deroga; dal 2020 saranno tutte "extra".
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