SEGUI LE COPPE EUROPEE DI SOFTBALL CON LA PODERI DAL NESPOLI FORLI'


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sabato 18 agosto 2018

Volti noti e volti nuovi

Tre sono le americane che giocheranno la Coppa con la Poderi dal Nespoli. Si tratta di una conferma, di un felice ritorno, e di un esordio.

La conferma è Annie Aldrete, la californiana che è con la squadra forlivese da inizio stagione. Ingaggiata soprattutto per le sue qualità di ricevitore, Aldrete si è rivelata un formidabile battitore. Nel campionato italiano è la miglior fuoricampista, è conosciuta e temuta (12 basi intenzionali ricevute), ma è soprattutto una giocatrice competitiva e dotata di gran tecnica, certamente ben costruita negli anni di college prima a Tennessee e poi a Berkeley, due università con eccellenti programmi di softball.
In un certo senso, il destino sportivo di Annie Aldrete era segnato dall'inizio, e vale la pena di raccontare tutta la storia. Il padre Richard ha giocato nelle minors dei Brewers, e già questo sarebbe un vanto per qualunque gruppo famigliare. Ma gli Aldrete sono speciali: mamma Tisha ha fatto faville nel softball a livello di Junior College, il fratello Carter studia e gioca ad Arizona State ed è già stato “opzionato” dall'organizzazione dei Red Sox quando ancora faceva la high school, e c'è pure il cugino Michael che gioca nelle leghe minori della MLB. Ma la superstar indiscussa del gruppo è zio Mike, attuale coach di prima base degli Oakland A's, un passato di 11 stagioni in Major League con Giants, Expos, e soprattutto Yankees, nel 1996, anno in cui ha vinto le World Series del baseball.

Da sinistra: Piancastelli, Vincent, Hoover
Il felice ritorno è Emily Vincent, la lanciatrice nativa della Louisiana che con la Poderi dal Nespoli ha già disputato la stagione 2016. Fu l'anno del terzo posto in Première Cup (edizione svoltasi a Ronchi dei Legionari) e della seconda finale scudetto consecutiva persa contro Bussolengo. La stagione di Vincent fu brillantissima: non solo si dimostrò un lanciatore di qualità, ma se possibile fu perfino meglio nel box, miglior battitore stagionale di Forlì. E' una giocatrice versatile e disciplinata, conosce la squadra e l'ambiente, è entusiasta e vuole vincere un torneo con Forlì. Aggiungiamo pure che conosce benissimo Piancastelli perché giocavano insieme al college: quando Erika veniva schierata dietro al piatto, le due costituivano la formidabile batteria delle McNeese Cowgirls.
Detta in breve, è l'innesto perfetto per la squadra romagnola.


La novità assoluta è Carley Hoover, tesserata esclusivamente per la coppa. Nativa di Clemson in Carolina del Sud, ha iniziato il college a Stanford ed è poi passata a Baton Rouge per giocare con la casacca delle Louisiana State Tigers. Nei primi anni universitari era un prospetto incredibile, sembrava attesa da una carriera sensazionale, e anche se poi non tutte le promesse sono state mantenute Hoover una top-player lo è diventata. Intanto ha ricevuto ed accettato un'offerta dalle Scrap Yard Fast Pitch, squadra texana del circuito Pro indipendente; dalle Scrap Yard sono passate parecchie delle giocatrici che hanno a che fare con questa edizione della coppa, e sarà giocoforza riparlarne.
Hoover non poteva sfuggire ai selezionatori della nazionale Usa. Con la casacca Stars&Stripes ha giocato la Coppa del Mondo 2016 (argento); non è stata però convocata per i recenti Mondiali in Giappone (nota a margine: a casa anche Chidester e Moore, delle ex forlivesi era presente soltanto O'Toole).
Lanciatrice destra dotata di grandi mezzi atletici (è alta 1.86), ha iniziato la carriera come pitcher di pura potenza, si affidava al suo braccione per tirare sassate a oltre 70 miglia orarie, e vinceva le partite a suon di strike out. Con il tempo la percentuale di eliminati al piatto è diminuita, a vantaggio di una maggior completezza di repertorio. Ora ha un solido rise e lancia effetti a oltre 6o miglia, brutto messaggio per i battitori avversari.
Hoover è anche nota per la sua poco ortodossa procedura di lancio: durante il caricamento infatti si mette per un istante in posizione accovacciata. L'unica altra lanciatrice a fare un movimento del genere è la celebre Monica Abbott, a giudizio unanime la migliore in attività. E per il potenziale fatto vedere, proprio alla Abbott era stata accostata Carly Hoover a inizio carriera.

Generazioni

Al gruppo che ha chiuso la prima fase del campionato italiano al secondo posto, la Poderi dal Nespoli ha affiancato per la circostanza tre rinforzi: le pitchers americane Carley Hoover ed Emily Vincent, e la modenese Erika Piancastelli. Delle due Usa si parlerà nel prossimo post, mentre questa è l'occasione per conoscere Erika, senz'altro la giocatrice più prestigiosa e più attesa.

Loredana Auletta nel 2000
Il papà è Pier Andrea, giocava a baseball con il Modena. La mamma è Loredana Auletta, azzurra del softball, lunga carriera in A1, compresi tre anni a Forlì (1999-2001). Chi scrive ha nitidi ricordi di una mattina di dicembre del 1998, quando Lory venne a Forlì per conoscere la squadra, accompagnata da Pier e dalle gemelle Erika e Nicole, ancora nel passeggino. Oppure della Coppa Coppe 2000, a Praga, Forlì vinse il torneo e le mascottes furono le gemelle Piancastelli e Martina Laghi. Oppure della Coppa Italia di poche settimane dopo, Ronchi dei Legionari e l'ultimo caldo di ottobre, ancora Forlì che vince e Auletta che spara lontano il fuoricampo decisivo, e a bordo campo sempre Pier, Erika, Nicole.

Erika Piancastelli in maglia azzurra
Quel giorno fra lacrime e abbracci la squadra salutò Lory. La famiglia si trasferiva in California, presso San Diego; Auletta tornò nel 2001 per giocare con Forlì Coppa Campioni e playoff scudetto e poi si ritirò, passando idealmente il testimone alle figlie che sul Pacifico abbracciarono con naturalezza lo sport del “batti e corri”. E in qualche modo si sentiva che era una specie di arrivederci, che tra la famiglia Piancastelli e il Softball Forlì c'era una promessa non detta. Qualche buontempone in quel giorno di dicembre aveva detto delle bambine: "Tesseriamole subito". La facile battuta era rimasta battuta fino a un certo punto: le gemelle diventarono due giocatrici del Softball Forlì, e nel 2012 la "promessa" finì per avverarsi: era la fase eliminatoria di una Coppa Italia di fine estate, Nicole ed Erika giocarono con la maglia della Fiorini tre partite. Qualificazione mancata, ma fu divertente anche se troppo breve.

(photo courtesy Chris Heider)
Erika e Loredana
Nicole poi ha cambiato sport, Erika ha continuato fino a toccare il vertice a livello universitario. Durante le stagioni con McNeese University è sempre stata eletta miglior giocatrice e miglior battitrice della Southland Conference. Ha fatto a pezzi 17 record del college, vinto ogni tipo di graduatoria, cacciato fuori 70 home runs. Gli americani, che queste cose le prendono in maniera serissima, l'hanno eletta All-American non una ma due volte, 2015 e 2016. All-American significa essere tra i venticinque migliori giocatori dell'intera nazione. Se ne parla anche in questo vecchio post della Gazzetta dello Sport.

Dal 2015 Erika Piancastelli veste la maglia azzurra, con cui ha disputato due Europei (oro nel 2015) e due Mondiali, incluso quello appena terminato con l'Italia al settimo, brillante posto. Ed ora torna a Forlì per quello che è l'ideale completamento della promessa. Il suo curriculum da all-star è pari alla voglia di vincere.