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sabato 30 agosto 2014

Le avversarie della Fiorini (1) - La favorita

Dici Haarlem Spark, e pensi al 2010 e alla finale di Coppa Coppe. Quella finale. Quel 6-1 diventato 6-7 prima ancora che ci rendessimo conto di quanto stava succedendo.

Dici Sparks, e ti viene in mente una rivalità lunga diciassette anni e dodici partite mai banali. Contro il più antico e prestigioso Terrasvogels, Forlì ha giocato una partita in più, ma per quanto strano possa sembrare è con le "Scintille" di Schoterbos che ha dato vita agli episodi più memorabili. Mettendo da parte l'ultimo dispiacere, quello del 2010, sono senz'altro da ricordare il primo incontro, Coppa Campioni 1997, con Patrizia Vitaliani che lanciò una partita epica e l'allora Italpaghe che sorprese le rivali con un sonoro 5-0; oppure la Coppa Coppe 2000 a Praga, quando Amanda Curry fece a fette le sicurezze delle Sparks e della loro stellina nascente Soumeru, tant'è che le olandesi rimasero addirittura fuori dal podio finale. Poi la Coppa Campioni 2002, e la Fiorini che inanella tre vittorie: prima con un walk off home run di Turci, poi con una prova di forza (11-0 al 5o inning), infine con il sudatissimo 3-0 della finale, preceduto da un milione di polemiche per un "colpito" di Spediacci. E poi il contrappasso l'anno dopo, Forlì che difende la coppa e organizza la Poule al Buscherini, e le Sparks che se la vengono a prendere grazie anche a un pesante 5-1 nella fase finale. E la Coppa Campioni 2007? prima partita nella fase regolare, 2-1 per le Sparks sotto un diluvio da far sospendere una partita di calcio; rivincita al sabato mattina con la Fiorini che vince 1-0 agli extra inning con una volata di Stefania Vitaliani e va a giocarsi il trofeo contro Macerata, e lo vince. No, non c'è mai stato un momento di noia contro le Sparks. Per la statistica, il bilancio di 8 vittorie a 4 per Forlì.

Dici Sparks, e pensi alla Nazionale olandese. Sono ben otto le "Scintille" in maglia orange, tutte quasi stabilmente titolari agli ultimi Mondiali. Dagmar Bloeming è il miglior lanciatore della nazionale ed ha anche le migliori statistiche della Hoofdklasse, il campionato olandese. Il ricevitore Karin Tuk è il miglior battitore del campionato con .561 di media e 7 fuoricampo, e le compagne Kosterink (ex Bollate) e Anneveld sono rispettivamente la seconda e la quarta mazza (e Anneveld ha terminato i Mondiali con .500 di media battuta). Tra i lanciatori, dopo Bloeming le migliori cifre le ha Scheele; e c'è ancora Rebecca Soumeru, come terzo pitcher, lei però non convocata in maglia orange.

Sono forti, sono esperte, la squadra è la stessa del 2010 con poche eccezioni: Boekel ha smesso, è arrivata Tuk dal Tex Town, ma per il resto sono ancora loro, compresa la terribile Debbie Connor, vera nemesi della Fiorini e anche della Nazionale azzurra (qualcuno ha dimenticato Ronchi 2007 e il torneo di qualificazione olimpica?). Una squadra talmente sicura di sè da fare a meno di giocatrici pick-up. Niente americane né australiane.

Potrebbe esserci avversario peggiore?
Pike Bishop: «Let's go»
Lyle Gorch: «Why not?»

La formula del 2014

La Coppa delle Coppe esiste solo dal 1992, è stata infatti istituita ben dopo la Coppa Campioni (prima edizione: Haarlem 1978). Inizialmente organizzata su Poule unica, il proliferare delle partecipanti ha costretto già dal 1998 la Federazione Europea a dividere le nazioni in due gruppi di merito, una Poule A per il trofeo vero e proprio e una Poule B per l'accesso al gruppo superiore.
La crisi generale ha fatto sì che la tendenza si sia invertita. Dopo due stagioni in cui la Poule B è stata cassata in toto, da Porpetto 2014 la ESF ha ristabilito la Coppa Coppe in un'unica Poule.

Solo che inizialmente la situazione sembrava di sfuggire di pugno, a febbraio le iscritte erano diciotto, e rischiava di venir fuori una edizione monstre, con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso: una manifestazione letteralmente unica, gigantesca ed estenuante tanto quanto affascinante.

Ma problemi a volte seri, a volte drammatici, hanno ridotto le partecipanti a 12: tra la prime si è fatta da parte la squadra ucraina, il Western Fire di Rovno, per ragioni intuibili da tutti. E' comunque surreale che in Coppa Campioni risulta tuttora iscritto il Nika Dahl Lugansk, città vicina a Donetsk, vale a dire la roccaforte dei separatisti filorussi nell'Est dell'Ucraina, in piena zona di guerra.

Nelle settimane scorse si sono man mano ritirate dalla Coppa Coppe anche le rappresentanti di Slovacchia, Croazia, Grecia, Svezia, perfino l'Austria che logisticamente non è lontana da Porpetto. Da 18 che erano, le superstiti sono rimaste dodici: oltre la Fiorini, le favoritissime Haarlem Sparks (in pratica, la nazionale olandese), le lionesi del Meyzieu, le belghe di Brasschaat, il Chemie Kotlarka Praga già incontrato più volte nelle edizioni passate, le svizzere Eagles Lucerna, le Angels Dupnitsa dalla Bulgaria, le polacche dell'UKS Wroclaw, le tedesche Neunkirchen Nightmares, le Stenlose Bulls dalla Danimarca, le spagnole o meglio catalane del Sant Boi (nient'altro che il buon vecchio Viladecans), e le giovani promesse russe del Kalita Odinstvo.

Resta comunque una edizione maggiorata rispetto alla consuetudine. La formula ufficiale adottata è la stessa dei campionati europei per nazionali: quattro gironi da tre formazioni ognuno, e le prime due vanno a giocare una seconda fase con due gironi da quattro squadre. Segue un Round Robin a sei compagini e si finisce con il classico Page System a quattro, con semifinali, finalina di ripescaggio e finale. E' un torneo logorante, calcolando che chi arriverà in fondo alla competizione giocherà da 10 a 12 partite in sei giorni. La Fiorini avrà una partenza facile facile, contro polacche e svizzere; ma già al secondo turno se la vedrà con le Sparks, e -seguendo i pronostici- danesi e russe.

Questa la composizione dei quattro gruppi:
GIRONE A: Haarlem Sparks, Meyzieu Cards, Angels Dupnitsa;
GIRONE B: Chemie Kotlarka Praga, Brasschaat, Kalita Odintsvo;
GIRONE C: Neunkirchen Nightmares, Stenløse Bulls, Sant Boi;
GIRONE D: FIORINI FORLI', Eagles Lucerna, UKS Wroclaw.